Ancora? Ancora!
Don Fabio ci scrive...

Pubblicato il 05 Nov 2020.

Ancora? Mi è venuto da dirti così, Signore, stasera. Qui, davanti a te, come sempre, insieme a tutto l'oratorio. Tutti presenti davanti a te, il Presente. Come sempre, a dirti che cosa abita il cuore. E vedere che cosa succede. Perché - è certo - con te qualcosa succede.

 

Ancora? Ancora una volta? Ancora invitati a un atto d'amore esigente che ha parvenza di isolamento e profumo di risurrezione? Ancora? Di nuovo a fare i conti con sfumature di solitudine, con tempi inconsueti e situazioni inedite? Situazioni che non diventano troppo familiari solo perché assaggiate qualche tempo fa, situazioni che di certo non ci sono diventate desiderabili...

 

Ancora, Signore?

E tu che, come sempre, ci compari al fianco, ci raggiungi e fai strada: con noi; per noi.

D'altra parte sulla Gerusalemme/Emmaus, cioè nella vita, è consentito il biglietto di sola andata e ritorno, non si scappa.

 

“Ancora che cosa?”, sembri stimolare tu. Ancora l'insolito, l'apparentemente triste, giornate che sembrano avere la nota dominante della rinuncia.

 

“E poi, cos'altro?”, prosegui. E poi … persone che come possono si fanno vicine, più che possono, più che mai. Perché volersi bene e essere amici in piena comunicazione libera è da uomini e donne meravigliosi, ma volerlo ed esserlo con tre quarti di faccia coperta, signori, è da grandissimi. Sì, nel nostro curriculum, alla porta di un impiego come alla porta del cielo (del paradiso che ogni giorno può essere questa nostra terra), noi potremo sempre scriverlo: noi siamo quelli che hanno amato e stanno andando con la mascherina. E questo è tanta, tanta roba.

 

Ancora la sfida di comunicare un po' impediti? Ancora! Un po' a distanza? Ancora! La sfida da raccogliere è la stessa, anche in pandemia: amare te che incontro, e che tu lo capisca, lo senta, ne sia certo. Da don Bosco in giù, e per sempre.

 

“Chi ci separerà dall'amore di Cristo?”, scrive san Paolo (Rm 8). Nessuno! E chi ci può impedirci di esprimere i nostri sentimenti più belli, più veri, più forti? Una mascherina? Una certa distanza, solo fisica, vissuta e offerta per amore? “In Gesù Risorto noi siamo più che vincitori” in qualsiasi situazione, prosegue Paolo. Quindi, cara mascherina, puoi anche sembrare un ostacolo e invece sei un grosso elasticissimo trampolino su cui saltiamo per proseguire a coltivare e realizzare i nostri desideri più belli, per vivere ancora di loro, su, verso l'alto e verso l'altro, sì, fino alle stelle … Non per niente ... "de sidera".

 

“E poi, cos'altro?”. E poi, le catechiste che si inventano come proseguire a essere e sentirsi comunità, e educatori che non mollano i ragazzi, e molti che per farlo finiscono per parlare di sé, delle fatiche più promettenti, delle apparenti sconfitte e delle vittorie più autentiche.

 

“E poi, cos'altro?”. E poi, testimonianze semplici di vita che emergono e si scambiano in un arricchimento benedetto, e caratteri che si plasmano in relazioni più gustate, e persone che diventano uomini e donne perché scelgono anche in lockdown di crescere, sì, di crescere!

 

Io non so, posso solo immaginarmi, cari ado, il mazzo che molti di voi si sono fatti a marzo e aprile, la noia affrontata, le sfide assunte con impegno, però (non so se ve lo abbiamo già detto, lo notavamo in particolare durante Summer Life), anche a nome dei vostri educatori, che meraviglia che siete diventati! Nella delicatezza del prendervi cura, nell'affidabilità del servire, nella passione dell’accompagnare i più piccoli, nella creatività di progettare e nella generosità del realizzare … : grandi!

 

“E poi, cos'altro?”. E poi... la sensibilità nell'accogliere, che tutti abbiamo voluto coltivare, espressa in modo particolare dal servizio di accoglienza. Sai, Signore, sono persone che accolgono proprio, davvero, che ti fanno sentire straordinariamente a casa, a tuo agio. Come ti somigliano! I bambini di solito arrivano già abbastanza o molto lieti, ma comunque è impossibile che non lo siano superata la porta e il tavolo di registrazione.

 

“E poi, cos'altro?”. E poi, tutti quelli che non si vedono, come sempre, e però fanno vivere l'oratorio intero, preparando e facendo quelle cose così naturali e indispensabili che se non stai attento le dai per scontato (tipo la pastasciutta nel piatto). E invece non sono scontate per niente, le hanno fatte loro, e con quanta intelligenza e previdenza, cari papà e nonni del mattino, care segretarie, cari giovani con l'occhio lungo, il cuore grande e una combo speciale di testa e mani.

 

“E poi, cos'altro?”. E poi, Signore … c'è ancora molto bene che stiamo ricevendo e scambiando ... Non saprei... "Certo che non lo sai", sembra concludere il Signore, "perché è quello che adesso andiamo a costruire, insieme, ancora!".

 

5 novembre 2020, ore 19:18, presenti al Presente,

all'epoca del secondo invito a essere strettamente fratelli tutti in pandemia.

 

Ancora, Signore?

Ancora! Si! Avanti!

 

Buon Cammino! In campana che c’è da fare... E un abbraccio a ciascuno!

 

                                                                                              dF