Il quinto sogno di San Giuseppe
Gli auguri di don Fabio per questo Natale 2020

Pubblicato il 25 Dic 2020.

Con Gesù Bambino in braccio, in un intenso scambio di sguardi, occhi negli occhi …

Chissà perché così spesso, caro san Giuseppe, ti rappresentano così …

 

Forse, con tenerezza, come si suol dire, volevi dirgliene quattro? Nel tuo caso, una per ogni sogno?

Forse sì, con simpatia, dirgli come era stato complicato, le difficoltà incontrate, superate …

“Maria in attesa? ma neanche per sogno!”… dai, almeno una volta lo avrai pensato anche tu, Giuseppe.

E quella stessa notte il Signore ti ha preso in parola, e i sogni sono cominciati.

Di quelli che illuminano e reggono una vita intera. Anzi infinite.

Dai, almeno una volta lo avrai pensato anche tu, Giuseppe: "Non è mica semplice! Prova a te!".

Ad accogliere Maria, a fare 130 km in montagna per un censimento,

ad allestire dal nulla un posto decente per partorire, a scappare quasi subito per un pazzo sanguinario,

a mettere su casa e famiglia in un paese straniero per una manciata di anni, e poi tornare. In … patria?

No, non è semplice. Prova te. E lui adesso era lì, davanti ai tuoi occhi.

Ti aveva accompagnato da sempre, non era mai mancato e non sarebbe più andato via.

Già, che figura, dirgli “prova a te!”. Dirlo al Figlio di Dio specializzato in incarnazione.

E Gesù ci stava provando, insieme a te, proprio adesso, da prima e per sempre.

Venuto apposta. Nato per questo. Per provarci insieme.

Forse con tenerezza volevi dirgliene quattro, e invece hai visto cominciare il quinto sogno,

fatto di un dialogo di sguardi, lungo come l'avventura di una vita intera.

 

Anche noi, come te caro san Giuseppe, vogliamo mettete i nostri occhi negli occhi di Gesù!

Con un gesto calmo, paziente, in ascolto ... per dare tutto il tempo al creatore di ricrearci,

per avere tutto il tempo di lasciarci plasmare e fare eco a Maria nel suo, ora nostro, sì!

 

- Come ci guarda Gesù?

 

Ci guarda con la tenerezza che ci rende forti nella nostra debolezza,

ci chiede, insieme a lui, di fasciare del suo amore le nostre fragilità.

Ci rasserena, ci dice: "Non temere" (Lc 2).

Come dice il presepe di un reparto covid del nostro ospedale,

"abbracciamo il Signore per abbracciare la speranza. Ecco la forza della fede che libera dalla paura"

Ci incoraggia, ci dice: il bene lo faccio attraverso te,

tu puoi accogliere, tu sei dono, tu sei intelligente e saggio, accorto e pratico,

tu sei figlio, tu sei padre … Mi fido di te!

Mi viene in mente Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, il 22 luglio 2011 verso le 16.30;

gli dicevo “siete proprio Provvidenza vivente, vi fidate così tanto di Dio che accadono meraviglie”;

mi ha risposto: “la Provvidenza non siamo mica noi che ci fidiamo di Dio,

è Dio che, se noi glielo permettiamo, si fida di noi”.

Beh, in questo sguardo di Gesù che ci incoraggia non è valido rifiutare la tenerezza,

non è valido nemmeno temere di non essere all’altezza per buoni compiti educativi:

Gesù è nato, è qui, e come ogni bambino rende madri e padri quelli che lo accolgono

e accettano l’avventura tremenda e meravigliosa di generarlo sempre nuovamente alla vita.

(il nostro arcivescovo Mario ha parole splendide al riguardo

alle pagine 26-32 del discorso per Sant’Ambrogio 2020,

le riprenderemo volentieri insieme per sostenerci fra educatori e famiglie nel cammino!!!)

 

- E noi, dopo, come guardiamo?

 

"Lo chiamerai Gesù" (Lc 2). Così ti aveva detto l’angelo, caro san Giuseppe.

Darai il nome. Dirai che è tuo, che te ne fai carico e che te ne prendi cura.

E noi con te! Lo chiameremo Gesù, il nostro Gesù!

Sentiremo che tu mi riguardi, mi interessi, mi appartieni, sei prezioso per me.

Tu, Gesù. E tu, ogni mia sorella e ogni mio fratello.

Prezioso e unico e meritevole di cura.

(il nostro papa Francesco ha parole sorgive su questo, sia nell’enciclica “Fratelli tutti”

sia nel messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2021 … gusteremo …)

 

- guardiamoci …

 

Sì, guardiamoci, proseguiamo a incrociare gli sguardi, soffermandoci a gustare il momento.

Incrociamo gli guardi, occhi negli occhi, con Gesù e fra noi, in un tempo calmo:

è così che si accende la vita buona;

è così che continua la storia straordinaria che abbiamo con Gesù e fra noi;

è così che lui riuscirà nella sua missione: salvarci; cioè … gioia piena.

 

Lieto Natale !!!

 

                                                                                                         don Fabio