“Se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede”
Il messaggio di don Stefano in occasione della Pasqua

Pubblicato il 19 Apr 2025.

Carissimi,

per noi cristiani il mistero della Pasqua è il fondamento di tutta la fede perché è fare memoria della Risurrezione di Gesù Cristo, che attualmente è vivo e presente all’interno della Storia. L’apostolo Paolo dice: “Se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede”. La Pasqua avvisa tutti che la morte non è l’ultima frontiera. Anzi, fa di più: testimonia che Gesù da uomo, ma anche da figlio di Dio, è ritornato e lo ha fatto per amore di tutti.

 

Di fronte alla morte scopriamo “il senso del senso”, e in questo sta il mistero pasquale. Vivere la Pasqua significa accompagnare Cristo nella Passione ed essere presenti quando lui risorge. Anche se noi non facciamo questo percorso in maniera definitiva, l’esercizio ci prepara al giorno in cui noi dovremo affrontare realmente, nella nostra condizione terrena, la morte. La profondità del senso della Pasqua è allora la risposta della Passione di Cristo a queste domande: di fronte alla morte, “cosa posso fare”, “cosa posso conoscere”, ma anche “cosa posso sperare”?

 

In questo Anno Santo in modo particolare questo per noi è “il senso del senso” della Pasqua. Se non abbiamo la speranza della vita nell’amore di Dio, se la morte resta l’ultimo confine, è difficile trovare pace. Noi dobbiamo fare lo sforzo di seguire la liturgia della Chiesa perché questa non è solo una pedagogia, ma è qualcosa che ci coinvolge nella morte e nella resurrezione di Cristo, quindi partecipare alle funzioni dal Giovedì Santo alla Domenica di Pasqua è un modo per vivere in prima persona il mistero della resurrezione: da cristiani e insieme alle nostre comunità. Infatti, lo scopo della preghiera è proprio la comunione con tutti i fratelli e le sorelle nella fede, ma in senso più ampio con tutta l’umanità. Che i cristiani sapessero testimoniare ovunque cosa sia la Pasqua. Non dicendo semplicemente “Cristo è risorto perché era figlio di Dio”.

 

La Pasqua è soprattutto la vittoria dell’amore sulla morte. Quando diciamo a una persona “ti amo”, fissiamo quel sentimento che sta iscritto nell’eternità. Chi non ha la fede chiama questo vita interiore, coscienza. Dentro tutti noi c’è la capacità di vedere il bene e il male e di giudicarli. Ma anche di capire che l’amore dà senso alla vita e salva le nostre esistenze. Questo succede solo grazie alla Pasqua, mentre, per esempio, il Cantico dei Cantici termina dicendo che amore e morte sono in un duello eterno e che l’amore è forte come la morte. Ma questo non risolve il problema. Invece il cristianesimo con la sua fede nella Risurrezione consegna all’umanità questo messaggio: l’amore è più forte e la morte non può essere l’ultima parola. L’amore può vincere!

 

Buona Santa Pasqua di cuore a tutti!

 

                                                                               don Stefano