"Ciao Giulia! Che belle scarpe hai oggi!". E poi, rivolta alla maestra: "però, maestra Lina...". E poi: "Ciao Lizzy, ma hai una spilla nuova sullo zainetto! Come luccica! … dicevamo, maestra Lina, però che compito difficile per domani... ehm, mi scusi … Maria! Noooo, ma quella è la foto del tuo nuovo cucciolo Ricky... che cagnolino magnifico!" …
“Che tipa Priccy”, pensava la maestra Lina, ma lo pensavano anche tutti i suoi compagni. Era impossibile passarle vicino senza che ti rivolgesse un saluto, due parole di amicizia e anche molto di più: un aiuto, una chiacchierata, un abbraccio! Due occhi vispi e un sorriso tutto pronto a modularsi sul viso che incontrava... No, non ce la poteva fare a rimanere indifferente. E a nessuno mai era venuto in mente di dirle: "adesso però calma un attimo Priccy, se no qualcuno potrebbe sentirsi importunato o infastidito". Nessuno mai glielo aveva detto perché lei, Priccy, non disturbava mai. Amica, non invadente. Calorosa, non pettegola. E se proprio notava tutti i dettagli era solo perché, se le fosse sfuggito anche solo un piccolo motivo di riconoscenza, di gioia, di gratitudine, le sarebbe spiaciuto troppo. Forse dentro di sé avrebbe sussurrato anche "Ma no, Che peccato! ". Certo, con un pizzico di esitazione, perché le sembrava che i grandi dessero quel nome – peccato - ad altre cose un pochino più antipatiche. Ma per lei, per Priccy, mancare un saluto, un complimento, un incontro era perdere un’occasione... perché mai?
Così stava pensando la maestra Lina, che qualche attimo se lo concedeva a contemplare trasognata i suoi bambini, ormai quasi ragazzi. Nel frattempo Priccy ne aveva tampinati altri sette o otto, intervallando sempre tentativi di iniziare un discorso con la sua maestra: "stavo dicendo, maestra Lina, che … Viviana! Oggi ci vediamo agli allenamenti, vero? ". Niente da fare, Priccy era fatta così.
Che sorriso sul volto della maestra Lina mentre le diceva: "Sì, Priccy, dimmi, che cosa succede con il compito di domani?". "Eccomi, maestra: dicevo che è difficilissimissimissimo!". "Ma no, dai, Priccy, vorresti dirmi che sarebbe difficile..." ... "sarebbe difficile portare qualcosa che somiglia a Gesù? Si, maestra, è difficile!", completò Priccy. Quella che risuonò era una delle più cristalline risate della maestra Lina, una di quelle che poi il sole splendeva in classe anche se fuori solo nebbietta e brisnetta. "Priccy! Dai, non scherzare... io qualche idea ce l'avrei". Questa certezza della maestra Lina restava un po' misteriosa per Priccy. Fin quando un istante dopo si avvicinò Lizzy, che aveva sentito tutto.
"Io domani porto un bottone!". Occhi straniti di Priccy, molto meno quelli della maestra Lina . "Perché?", chiese Priccy. "Perché tu ci cerchi sempre, ti occupi di tutti noi, ci vuoi bene e ce lo fai sentire... attacchi bottone con tutti!". Priccy, sorpresa: "oh... Grazie... Non è che lo faccio apposta... cioè un po' sì... Ehm... Insomma, mi piace, vi vedo felici... mi piace vedervi felici...". Straordinaria e magnifica la Priccy quando per l'emozione e la gioia andava in confusione. "Ma scusa, Lizzy, dimmi, e che cosa c'entrerebbe con Gesù?". "Beh è evidente: gli somigli!". Piccole lacrime rigarono le guancette delle due amiche (e anche della maestra Lina). Che sorrisi commossi. Un respiro profondo per Priccy e: "io porterò un'asola... perché ogni bottone si sentirebbe solo se non potesse allacciarsi con qualcuno...". "Tipo un abbraccio", pensò a bassa voce la maestra Lina". “Tipo un abbraccio!", gridarono a una sola voce Priccy e Lizzy.
“Chissà adesso chi parte per prima!”, pensava fra sé la maestra Lina. Già, in un abbraccio chi è l’abbracciato e chi l’abbracciatore? Chi si muove per primo? Chi fa il primo passo? Chi ha il desiderio più forte? Fu in quel preciso momento Priccy e Lizzy si corsero incontro e finirono strettissime l'una all'altra, come solo le grandi amiche riescono a fare. E non era proprio possibile distinguere abbracciata e abbracciatrice, né una prima e una seconda, perché... il fatto è che un abbraccio accade insieme!
E, a pensarci bene, tutto, proprio tutto era nato come tutti: semplicemente cercando di attaccare bottone.
Lieto Natale!!!
di cuore, in Gesù che nasce fra noi, un lieto Natale a te,
alla tua famiglia e a tutte le persone che ti sono care !!!